Sin dall’alba dello streaming in Italia i rippers hanno cercato di ridurre al massimo le dimensioni dei loro film, impiegando codec video come l’Xvid o il Divx e audio come l’Ac3, ottenendo risultati SD molto buoni. Ma ora il MPEG ha introdotto un nuovo codec rivoluzionario, con qualità doppia rispetto a un MP3 di pari bitrate e fino a 6 canali audio: sto parlando dell’AAC.
Un particolare ringraziamento va al mio amico Gionick per la passione espressa nell' avermi insegnato ad utilizzare questi strumenti "old style"
Cos’è l’AAC? Il motivo della sua adozione è semplice: in Italia le reti erano estremamente lente e la diffusione dello streaming era impossibile con i classici MPEG-2 e AC3. In un primo momento però si scelse di utilizzare l’MP3 data la scarsità di dispositivi compatibili con l’AAC. Solo con la revisione di ottobre 2005 l’AAC raggiunse la maturità, e così venne integrato nella maggior parte dei dispositivi multimediali, fino a diventare uno standard, soprattutto in casa Apple (basti pensare ad iTunes la cui musica è tutta in AAC Plus, proprietario).
Ottimo per contenuti musicali in 2.0 e 2.1 Stereo, 4.0 Quadrophonic o 5.1 Surround; Il suo funzionamento prevede bitrate tra 86 e 128 kbps (dunque peso molto basso) possibili grazie alla ricreazione della banda spettrale a seguito della codifica, mantenendo solo le frequenze strettamente necessarie per la ricreazione del suono. Poco performante dal punto di vista musicale, ottimo per le riprese televisive, dato che permette di trasmettere suoni semplici ad ampie distanze senza consumare banda e di conseguenza perdere qualità. Di seguito uno schema di questo meccanismo; Anche questo è largamente utilizzato nella trasmissione, specie di serie televisive. -file con estensione .aac -contenitore audio/video/sottotitoli .mp4 -solo audio (utilizzato il più delle volte) .m4a
I codificatori e decodificatori AAC
FdkAAC, compilato da Fraunhofer, può essere considerato come il più importante e utilizzato, integrato prima su Android e poi su tutti gli altri sistemi operativi usati in ambito multimediale.
qAAC è invece di proprietà Apple ed è alle dipendenze del lettore QuickTime, e in ambiente Windows o Linux non è il massimo.
Infine, NeroAAC, sfortunatamente non più supportato, è una valida alternativa ai precedenti 2 essendo estremamente semplice ma potente da utilizzare. La guida in oggetto tratterà nello specifico di quest’ultima libreria AAC.
Per utilizzarlo è necessario avere dimestichezza con terminale su Linux e macOS o Prompt dei comandi (non Windows PowerShell) su Windows. Comunque resta molto semplice, e ora vedremo approfonditamente come fare. Una volta scaricato, estrai tutto il file zip, e copia la cartella win32 nella directory C:\, e rinominala “neroaac”. A questo punto, copia le tracce audio in formato .wav nella cartella appena rinominata. Componi il comando cd\ e dopo cd neroaac. Scrivi NeroAacEnc e schiaccia Invio; hai appena avviato per 1 secondo Nero AAC Encoder. Nero AAC: i comandi
Nota bene che è possibile convertire più file insieme, ma in tal caso il file di output sarà un unico file provvisto di capitoli. –q, (tra 0 e 1) in cui maggiore è il valore minore sarà la qualità –br, che indica il bitrate medio finale in bps –cbr, che indica il bitrate fisso finale, in bps.
Nel caso in cui nessuna di queste impostazioni fosse specificata, l’encoder provvederà a impostare un –q 0.5, ovvero la qualità finale sarà la metà dell’originale. –lc -he -hev2
ricavarne un file audio .m4a in AAC-LC a 256 kbps (=256000 bps) con codifica a 2 passaggi. Il comando che useremo sarà: neroAacEnc –br 256000 -2pass –lc –if audio.wav –of audio.m4a Schiacciando Invio, la codifica partirà e potrà essere fermata facendo da tastiera Cntrl+C.
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